Essere Coach: impostare il navigatore non farsi impostare
Il percorso più adatto non sempre combacia con il più veloce ed immediato
L'obiettivo di insegnare la pallacanestro dovrebbe essere quello di aiutare una giocatrice o un giocatore a crescere nella consapevolezza che, attraverso un percorso organico, coerente e lineare, possa diventare il miglior allenatore di sé stesso.
Per organico intendo che ogni percorso di apprendimento deve avere una sua organizzazione e progressione logica che tenga conto della maturazione psicofisica dell'atleta sia nell'insegnamento dei fondamentali individuali che nelle collaborazioni di squadra. Ad ogni fascia di età corrispondono come risaputo delle indicazioni diverse di lavoro, ma è altrettanto vero che anche all'interno degli stessi gruppi esistono caratterizzazioni diverse fra atleti coetanei soprattutto a livello giovanile con un distinguo non indifferente fra atleti e atlete.
Il percorso deve essere coerente con ciò che si enuncia e ciò che si vuole in realtà raggiungere. Mi spiego. Molto spesso si predica soprattutto in sede di programmazione e nelle fasi inziali della stagione, che l'importante è che i nostri atleti migliorino (in che cosa e come non sempre è chiaro) e dalla metà del girone di andata già siamo alle prese con problemi di classifica anche nella categoria Aquilotti (a volte anche negli Scoiattoli)!
Insegnare i fondamentali è imprescindibile sia nel minibasket che nella pallacanestro per poter aiutare i nostri atleti ad intraprendere un cammino di miglioramento, la cosa importante per un istruttore e un allenatore è conoscere cosa insegnare e soprattutto scoprire come fare apprendere un movimento a una giocatrice e/o a un giocatore.
Dare linearità al percorso è insegnare un movimento intercettando le caratteristiche di ogni singolo atleta.
Il percorso di apprendimento più che a un'autostrada a tre corsie dove la velocità di crociera ti permette di arrivare prima a destinazione, sembra più una strada di campagna che, oltre a farti arrivare tardi a destinazione a volte, a destinazione non ti ci porta proprio; ma questo riguarderà solo l'aspetto tecnico ma la relazione umana vincerà sempre.
Nel percorso autostradale senza intoppi da bollino nero, parti e arrivi sicuramente con buona probabilità in orario spendendo qualcosa, ma ci arrivi, con lo svantaggio che non sempre puoi goderti il panorama per via della velocità e del percorso monotono. Diversamente per le strade di campagna il tragitto sarà più lungo, la segnaletica più carente, la velocità notevolmente ridotta ma il paesaggio te lo potrai godere sicuramente di più.
Ecco nel processo di insegnamento succede un po' così, non sempre il percorso è lineare e per assurdo meno è lineare e più ti migliori come insegnante perché sei costretto a lasciare gli stereotipi nel cassetto e a cominciare a formarti un tuo metodo, una tua filosofia mettendo in gioco creatività fiducia e passione.
Quindi è importante saper individuare la meta e progettare il percorso più adatto per arrivarci, che non sempre combacia con il più veloce ed immediato e anche questo è un aspetto che si può e si deve imparare.
Coach Anto