Il mio primo lockdown da allenatore
Se non fosse per l'ondata della scorsa primavera mi verrebbe il dubbio sulla coincidenza del mio ritorno in panchina e la funesta interruzione dell'attività.
Se non fosse per l'ondata della scorsa primavera mi verrebbe il dubbio sulla coincidenza del mio ritorno in panchina e la funesta interruzione dell'attività.
Ho scelto di allenare perché mi piace stare in mezzo ai ragazzi e mi piace vedere la pallacanestro come mezzo per crescere insieme agli altri e viverla in un certo senso come metafora della vita.
La mia squadra attuale è formata da adolescenti in pieno ritmo di crescita che oltre al basket, ha dovuto rinunciare alla didattica in presenza, risultato che ste poveri ragazzi stanno davanti al pc per ore e poi si distraggono col cell oppure con la Play, non male direi. Allora per alzare il popo' dal divano ho pensato di mettere in atto alcune strategie che altri allenatori e altre squadre immagino stiano facendo per tenere il contatto con i propri giocatori e giocatrici.
L'aspetto fisico e atletico per tenersi in forma e per prevenire il brusco rientro lo mantengo con una App che mi da modo di stabilire un programma di allenamento adeguato inserendo anche momenti di corsa per stimolare l'apparato cardiocircolatorio e respiratorio, quindi dare modo ai ragazzi di poter monitorare i propri miglioramenti.
L'aspetto tecnico lo curo inviando dei video didattici relativi ai fondamentali individuali consigliando loro di farli all'aperto o in garage; farli in appartamento potrebbe essere che sia il vicino a metterli in quarantena!
Anche in questo caso misurarsi con se stessi magari filmandosi e riguardandosi può essere uno strumento utile per il miglioramento tecnico.
L'aspetto relazionale lo curo cercando di sentire i ragazzi anche individualmente ma si sa che a questa età buona parte della comunicazione per noi maschietti è di tipo non verbale quindi è impensabile pensare di recitare dei monologhi ai quali per tutta risposta ricevi una lista dettagliata di svariati monosillabi. Per le femmine è un po' diverso, essendo qualche passo avanti (non me ne vogliano i maschietti) si può azzardare anche qualche domanda sulla scuola.
È vero comunque devono usare i device e quindi siamo sempre la' potrebbe obiettare qualcuno; è vero ma in questi casi l'interazione sta proprio nel muoversi e facendolo con dei mini obiettivi può aiutare a stare nella zona rossa in modo più attivo.
Coach Anto