La Relazione fa la Differenza
Entrare in relazione significa comprendere i processi psichici dell'altro permettendogli di crescere in modo autonomo e responsabile.
Come allenatore mi piace lavorare sulla capacità di creare relazioni positive con i miei giocatori a prescindere dall'età e dal genere. Per esperienza personale credo si tratti di una caratteristica di natura morale indispensabile per riuscire a guidare la squadra e lo staff, verso uno progetto comune condiviso naturalmente con la Società. Questo mi ha portato negli anni a lavorare sul mio modo di essere allenatore vivendo i valori imprescindibili dello sport in cui credo che rappresentano qualcosa di superiore ma altrettanto faticoso da vivere e far vivere. L'essere esigente con me stesso in primis e poi con gli altri è una peculiarità del mio carattere cercando di vivere con lealtà e chiarezza il rapporto con le altre persone; lealtà e chiarezza rappresentano per me valori portanti per la costruzione dei rapporti interpersonali e la base per poter contribuire alla formazione di gruppi coesi sia a livello di staff che nella gestione della squadra. Naturalmente la formazione continua, le sfide diverse che mi hanno messo alla prova, le persone che ho incontrato, mi hanno aiutato nel bene e nel male a trovare un modo per "starci dentro". *Starci dentro: forma che nella sua natura dialettale sintetizza quella ricerca di armonia nell'affrontare le situazioni che la vita ti presenta. La ricerca continua del sapere e del saper fare alimentala mia consapevolezza scoprendo ogni volta il piacere di lavorare per diventare un coach migliore pertanto (lo spero) una persona migliore. Solo in questo modo posso raggiungere l'obiettivo di poter tirare fuori il meglio dalle ragazze e dai ragazzi che alleno.
Evitare la relazione e dispensare saperi come dei tutorial efficienti ed efficaci utili per la trasmissione di saperi, non permette di comprendere immediatamente i processi psichici dell'altro, rischiando di assuefarlo e non permettergli di crescere in modo autonomo e responsabile.
Quando alleno una squadra mi piace conoscere la storia del gruppo che andrò ad allenare non per una curiosità morbosa né tantomeno per giudicare l'operato di chi è venuto prima del sottoscritto ma semplicemente perché il "prima" porta con sé informazioni indispensabili e utili per sviluppare un programma di lavoro che tenga conto del percorso fatto dai ragazzi e del loro vissuto. Conoscere la storia degli atleti che ho difronte, il loro mondo, l'ambiente dove vivono, sapere perché hanno scelto di giocare a basket, cosa si aspettano da questo sport, significa già entrare in relazione con loro.
Una bella sfida in un tempo dove la relazione la si confonde spesso con la bramosia di "spiare" le storie degli altri pretendendo poi di giudicarle. Ma le sfide più sembrano impossibili e più affascinano, non resta quindi che coglierle con consapevolezza, umiltà e una buona dose di coraggio. Stimolare la crescita sana dei ragazzi coinvolgendoli nei processi di apprendimento resta l'obiettivo principale per aiutarli a crescere come giocatori pensanti cercando di metterli nella condizione di agire e non semplicemente di eseguire.
Coach Anto